Video & Photo

2 videos

Trama

Desiderosa di conoscere il padre, ovvero il nobile londinese Harry Dashwood, la frizzante yankee Daphne Reynolds vola in Europa.

La comprensiva cantante hippy Libby, che la diede alla luce diciassette anni prima, ebbe con lui una veloce storia in Marocco, dove i due si sposarono anche, secondo un rito locale; ma i doveri politici, sobillati dall’infido consigliere Alistair Payne, e l’inclita ascendenza dell’uomo condussero la coppia a una separazione (con inganno).

Adesso che Harry, sotto gli occhi dell’impotente genitrice Jocelyn, sta per convolare a nozze con la figlia di Alistair, Glynnis, già madre dell’antipatica Clarissa, Daphne sente il bisogno di presentarsi all’ignaro lord inglese, tra l’altro in piena campagna elettorale.

L’arrivo dell’esuberante ragazzina, che nel frattempo ha legato con il coetaneo portiere-musicista-spazzino Ian, porta un immaginabile scompiglio, soprattutto nei piani dei Payne.

Recensione

È inutile accanirsi su una commedia di poche pretese, indirizzata perlopiù a un pubblico di adolescenti e perciò infiocchettata a dovere.

Piuttosto, è più proficuo domandarsi: fa il suo dovere, cioè intrattiene, distrae? Sostanzialmente sì, considerato l’ambito fiabesco in cui nasce, e la confezione rimanda direttamente a Pretty princess (il che non è necessariamente un complimento).

Dotato di troppi risvolti super-annunciati, il film accusa anche qualche appannamento in sede di sceneggiatura (si pensi soprattutto al disvelamento dell’imbroglio di cui caddero vittime i genitori di Daphne: chi sa cosa? e come?), ma non è peggio di tanti prodotti similari.

Anzi, perlomeno si avvale delle interpretazioni del meno serioso, per una volta, Colin Firth (Harry) e del perfido Jonathan Pryce (Alistair).

Dalla pièce di William Douglas Home “The Reluctant Debutante” Vincente Minnelli aveva già tratto, nel ’58, Come sposare una figlia, con Sandra Dee e Rex Harrison.

Max Marmotta