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Trama

David è un uomo tranquillo. Lavora come responsabile della sicurezza in uno stadio di Boston, ha qualche problema con la moglie Audrey ma il figlio Joseph lo adora e lo vede come il suo eroe personale.

Tornando in treno da New York David viene coinvolto in un disastroso incidente ferroviario di cui è l’unico superstite per giunta illeso.

Tale evento gli sconvolge non poco la vita, e lo metterà in relazione con uno strano individuo dalle ossa fragilissime, Elijah collezionista di fumetti e titolare di una galleria d’arte.

Recensione

Non aspettatevi azione o sequenze disastrose cariche di tensione da questo film. Chi ha visto Il sesto senso (fatica precedente del regista Shyamalan, classe 1970) sa già a cosa andrà incontro.

Effettivamente le due opere sono abbastanza simili, sia per tipo di personaggio interpretato da Bruce Willis (un uomo mite, che parla a bassa voce, con un volto segnato dalla tristezza), sia per il confronto inevitabile con il coprotagonista (Samuel L. Jackson, bravo come sempre), sia per la passione del regista nei confronti dei finali a sorpresa abbastanza spiazzanti.

Shyamalan ha comunque un grande talento, e lo dimostra imponendo al macho Bruce Willis un ruolo da uomo comune, con in suoi problemi e le sue insicurezze, e soprattutto esplorando con una delicatezza spilberghiana il mondo dei bambini (Spencer Treat Clark, nel ruolo di Joseph, è degno sostituto di Haley Joel Osment).

Resta divertente l’idea di mettere in relazione il mondo dei fumetti con la cultura primitiva dell’uomo, come restano impresse in mente molte sequenze non solo per le diverse citazioni (su tutte La zona morta), ma soprattutto per le scelte stilistiche del regista, che richiede al pubblico la massima attenzione.

Sax Marmotta