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Recensione

“Zohan – Tutte le donne vengono al pettine” corre il rischio di presentarsi come una commedia d’azione deludente per la maggior parte degli spettatori e godibile esclusivamente per gli ammiratori di Adam Sandler.

Il comico americano si affida alla sua solita dose di eccentricità nel caratterizzare il protagonista: Zohan, un super soldato dell’esercito israeliano che si finge morto in un duello all’ultimo sangue con il suo acerrimo nemico Phantom (John Turturro), per inseguire il sogno di diventare parrucchiere a New York.

Nonostante la performance energica di Sandler, il film soffre di una trama prevedibile e di alcune gag che scadono nella volgarità, limitando il suo potenziale.

Nonostante le evidenti imperfezioni, “Zohan” offre alcuni momenti divertenti e un buon cast di supporto che aiuta a mantenere vivo l’interesse dello spettatore: oltre Turturro, Rob Schneider e piccole apparizioni per Chris Rock, Mariah Carey e Henry Winkler (quest’ultima spassosa).

Le sequenze d’azione sono ben coreografate e aggiungono un ulteriore tocco di divertimento. La regia di Dennis Dugan riesce a tenere bene il ritmo della narrazione, anche se manca di originalità e non regala momenti comici memorabili. In passato ha fatto decisamente di meglio: “Gli sgangheroni”, sempre con Turturro, e “Un tipo imprevedibile” e “Big Daddy – Un papà speciale”, sempre con Sandler.

In definitiva, “Zohan – Tutte le donne vengono al pettine” può essere considerato un film insufficiente sotto molti aspetti, con diverse scelte di dubbio gusto, ma rimane comunque un’opzione piacevole per coloro che apprezzano l’umorismo di Adam Sandler.

Sax Marmotta