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Trama

All’inizio degli anni ’70 un ragazzo che tutti chiamano Fuckhead ripercorre confusamente la sua gioventù: gli incontri cruciali, con amici a breve corso e con la sua ragazza Michelle, le spire della tossicodipendenza, le responsabilità, la rieducazione, l’altruismo.

Il racconto disordinato di un inguaribile girovago.

Recensione

Mesto, buffo, scomposto, enigmatico eppure profondo: la neozelandese MacLean, tra flashback e split screen, ha allestito un film sicuramente imperfetto, volutamente repentino a passare dal dramma al paradosso, ma indubbiamente insinuante, capace di trasmettere in egual misura emozioni di tristezza e di speranza.

Billy Crudup (Sleepers, The Hi-Lo Country) si rivela all’altezza del difficile ruolo di protagonista e si confronta misuratamente con altri talenti, assodati (Hopper, la Hunter) o emergenti (l’irresistibile Jack Black di Alta fedeltà).

L’autore del libro fa una fugace apparizione.

Max Marmotta