Video & Photo

1 videos

Trama

Il presidente del Messico rischia di essere assassinato. Il feroce generale Márquez, alleato del signore della droga Barillo, sta infatti organizzando un colpo di stato.

L’agente della CIA Sands assolda allora il misterioso Él, pistolero-chitarrista le cui gesta sono autentiche leggende popolari, per eliminare il militare.

Nel frattempo, la spia corrompe anche la poliziotta sudamericana Ajedrez e l’ex-FBI Jorge, il quale vuole vendicare un collega ucciso proprio da Barillo e dal suo medico personale, il dottor Guevara.

Él, che ha ragioni personali per accettare la proposta di Sands, contatta i vecchi amici Lorenzo e Fideo, i quali girano il Paese con armi nascoste nelle custodie di strumenti musicali.

Recensione

Completata la sua trilogia dedicata ai bambini (con Spy Kids 3-D, a breve in Italia), Rodriguez conclude anche il progetto a cui forse è più affezionato.

Infatti dopo un film a bassissimo costo che l’ha rivelato al mercato internazionale –El Mariachi, interpretato dal coproduttore Carlos Gallardo– e il sequel Desperado, con l’amico Antonio Banderas, è il turno del coerente e ambizioso C’era una volta in Messico.

Coerente per la scelta della cifra tecnico-stilistica, incentrata ancora una volta sul connubio di riprese tradizionali e digitali, su una fotografia calda e densa e su dinamiche sequenze d’azione, dove la violenza si stempera nel gore, nell’ironia alla Tsui Hark e nel ralenti alla John Woo.

Ambizioso per la palese citazione da Sergio Leone, del quale l’autore conserva più di quanto si possa pensare.

Pur caratterizzata da una mal dosata coralità dei personaggi (nella prima metà è in rilievo esclusivamente l’ambiguo Sands/Johnny Depp), la pellicola rivela difatti il suo profondo sottotesto nella seconda parte.

Quando cioè il vero protagonista diventa il Messico, il quale, con toni volutamente epici, si erge a metafora della condizione di ogni stato sudamericano martoriato da militari golpisti, signori della droga, FBI e CIA.

Mentre il messaggio di speranza si evince dall’epilogo con l’ex-eroe che, dopo aver baciato la bandiera del suo Paese, affida la difesa della libertà al popolo.

Sax Marmotta